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Conferma di una valida iniziativa
Relazione della Giuria Tecnica della XXVI Edizione
2003
Il
Premio Internazionale di Poesia "Ciro Coppola" per lo studente
italiano e dell'Unione europea ha raggiunto quest'anno la XXVI Edizione e
gli organizzatori potrebbero già sentirsi appagati, perché è un periodo
piuttosto ragguardevole per "un'entità così fragile, come, per
lo più, sono i premi letterari" in genere e, soprattutto, quelli
di poesia dedicati agli studenti.
Tutto lascia, tuttavia, supporre che il cammino continuerà, confortati
dal numero sempre crescente dei partecipanti, nonché dalla qualità delle
composizioni che dimostrano dimestichezza con il verso, un pregevole senso
metrico-ritmico e, in non poche, una particolare attenzione ai valori
fonici.
La caratteristica che è parsa prevalere quest'anno è di un più evidente
ritorno alle forme metriche classiche, nella scoperta forse che il respiro
del ritmo avvicini di più la poesia al piano musicale o perché soltanto
affascinati "dalla bellezza dei sapienti componimenti della poesia
antica". Non poche, infatti, le citazioni, i richiami di liriche
classiche, di ritmi che ancora riecheggiano in ognuno di noi dagli anni di
scuola.
Introspezione, ascolto dei propri moti interiori, condizione giovanile e
come sempre il sentimento d'amore, sono i temi che predominano. L'amore,
com'è naturale, in tutte le sue sfumature ed in non pochi componimenti,
quest'anno, ne traspare una visione "angosciosangosciante",
sia come "futile epifania", "un falso cristallo /
che luccica, rifrange / e subito s'infrange", sia come
alienazione della propria libertà nell'accorgersi che l'essere amato può
ad ogni istante mettere in discussione quell'amore e la propria felicità.
Descrizioni
di paesaggi, considerazioni sulla vita, vista, a volte, negativamente, "canto
d'upupa è la mia vita", "meschinità della vita /
vissuta senza slanci d'amore", sulla noia "le stelle sono
sempre le stesse", sulla morte, sulla guerra, con espressioni quasi
timide, pudiche, sì da non provocare un senso di fastidio per lo
sfruttamento dell'evento che si vorrebbe commemorare.
Contenuti dal sapore di diario intimo, quasi confessioni, a volte
turbamenti, indecisioni, quando ci si sente "tremula goccia / tra
scogliera e fondo".
Tra i simboli spicca, quest'anno, quello dell'aquilone che, com'è stato
osservato, è un ritorno all'infanzia, a quel periodo che, quanto più ce
ne allontaniamo, tanto più coloriamo con tutti i colori dell'arcobaleno.
Nei testi pervenuti la Commissione ha ravvisato un tono qualitativo di
buon livello, decoroso nell'apparato linguistico e questa constatazione,
come il crescere annuale dei componimenti presentati, autorizzano gli
organizzatori a credere nella validità della loro iniziativa ed a
proseguirla.
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