Una stirpe vive in te....
Sei ritornata ad essere la giovinetta
che allieta di canti e risate argentine lisola. Un giorno, pur nel sorriso di uno
splendido sole, nel verde, scorsi un velo, unombra, quasi una lacrima. Io ti
guardavo con lansia di scoprire, di rivedere lantico sorriso, quel sorriso che
mi affascinò bambino, quando mio padre mi accompagnava da te, tenendomi per mano,
sfuggendo la noia del mio paesello. Mi sembrasti stanca, una stanca signorina vinta dalla
vita. Ed ora ti rivedo sorridere.
Non ho mai creduto alla favola della vecchietta che si bagnava nel fiumicello. Non era una
vecchietta. Era una fanciulla! Non era storpia. Si bagnava per diletto, per civetteria.
Dalle sponde lammiravano; ammiravano le sue danze sulla schiuma, il suo sorriso, il
canto della sua giovinezza, cui faceva da sottofondo lo scorrer dacqua
"sommessa ruscellando a quando a quando".
Il sorriso, le danze ti hanno accompagnata per lungo tempo. E sorrisi, danze, canti
riecheggiano sui colli e nel piano dalle comode strade nellombra di platani e
acacie. E sembra che da mattina a sera la tua giovinezza saltellando percorra incanti di
colline e le romantiche vallate dalle vene pulsanti dacqua che ristora. In ogni
luogo un diverso sorriso. Sei bella, sempre bella!
E un giorno mi sei sembrata rassegnata. Ma è stata una pausa. Gli scugnizzi isolani,
SantAngelo e Lacco Ameno, attirano con la baldanza di ardori giovanili. Ischia, la
signora sempre bella, sa molto bene valorizzare ogni sua bellezza e, dove cè
unombra, un impalpabile velo di cipria (signora esperta nel tocco del
maquillage) e lombra diventa un grain de
beauté", un richiamo di baci. Ma tu volevi conservarti per il turismo daltri
tempi. Da lontano venivano le donne, le "pacchiane" dalle calze nere e dagli
scialli in testa e tu le accoglievi nel sorriso di una natura non molto differente dalle
campagne donde venivano, per questo esse ti amarono. La tua romantica posizione, così
varia per verde e casette disperse, isolate, rendeva più bello il soggiorno
allinfermo, dava la sensazione di una vita più intensa al villeggiante, ispirava
lartista, esaltava leroe avvicinandolo alla bellezza. Eri la prediletta. E
sotto i pergolati le chitarre sussurravano di sospiri e stornelli, a tratti interrotti dal
dispetto duna fanciulla, il cui fidanzato sorrideva alla
finta timidità di rossori duna pacchianella" dagli occhi neri.
Or le pacchiane più non esistono, nemmeno nelle campagne. E tu
sembri delusa. Ma hai saputo vincere questa tua tristezza. Hai compreso che oggi il
turismo è una grande industria e i luoghi di villeggiatura devono avere tutti i
requisiti, senza escluderne alcuno. Ha perso il turista quel certo che di sport, quel
certo senso di scoperta, da esploratore, che aveva tanti anni fa. Allora si partiva per
villeggiatura, si andava ai bagni o ai monti anche attratti da un certo fascino
dellignoto e senza tanta ricerca di svaghi e comodità. Ogni luogo di villeggiatura
di una certa fama deve, oggi, avere quei requisiti che ne giustifichino la celebrità e il
costo. Tu sei stata la prima ad avviarti per questo cammino ed ora riprendi lantica
strada, dopo un attimo di sosta.
Lungo il lido sorridi di moderne, attrezzate costruzioni, ma sù, allinterno,
conservi gelosa gli antichi silenzi dagli echi di un ottocento trascorso da tempo.
Cè ancora in quel silenzio un pianto di ruderi e par che tu non possa dimenticare
le ferite di una sventura. Forse, è pur questo quel leggero velo di mestizia,
quellombra di malinconica rassegnazione, che sembra vegliare su ogni tua festa.
Lungo i pendii cantano giovinette, sorrisi, richiami e sospirar di baci. E la vita
riprende a cantare. Un giorno, un triste giorno, ti ho vista come una signora resa dalla
vita indifferente a tanti sorrisi, che si avviava per un parco nellautunno e non
curava i baci degli innamorati sulle panchine e dietro i tronchi. Forse ti ho vista
davvero per il viale del Paravisiello, nellombra di un crepuscolo dautunno,
mentre foglie gettava sopra di te e sui tuoi passi quel viale doro. Ed io, in questo
momento, sto aggiungendo a quelle foglie dautunno le appassite mie meditazioni. Ti
vidi come una donna che aveva molto pianto e molto sorriso, con le palpebre abbassate per
ombra di nobili marasmi, le labbra serrate, quelle labbra in altri tempi tanto baciate. Ma
tu hai saputo distrarmi da quella visione. Lo so, al giovane ventenne è cara la mestizia
duna signora dallaria un po stanca, ma io ti amo scugnizza saltellante
nel fiumicello, che danza sulla schiuma, che corre per le colline, nelle romantiche
vallate, nei boschi di ulivi, tra pini giovinetti.
Una stirpe vive in te, quella stirpe che non conobbe ostacoli di tempo e di sventura. Per
un attimo mi sembrò che si smarrisse, ma ha ripreso il cammino che da tempo è stato suo.
Giovanni Castagna, 1961
"Sotto
il sole di Casamicciola Terme"
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Momenti particolari di vita e di storia locale estratti da "La Rassegna d'Ischia"